Le persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.
Alle persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi” (letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della sua beatificazione.
Si spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume rivelante”.
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008 L’Amore come “molla segreta” 2012.03.19
Caro Teodoro,
Nelle ultime lettere hai parlato dell’Associazione Patriottica. Questa volta permettimi di condividere con te una questione cruciale, che è l’Amore. Nell’Associazione si diffonde lo slogan “amare la patria e amare la Chiesa”, come se le due cose fossero antitetiche.
Tuttavia, senza un amore vero, lo slogan non può diventare realtà. “Dio è amore” (1 Gv 4, 8.16). Questa è l’esperienza più intensa che le prime comunità cristiane hanno avuto da Gesù. L’esistenza e l’azione di Dio non sono altro che amore.
Tutta l’opera della creazione ha la sua origine in Dio, cioè nell’amore. Prima che noi venissimo a questo mondo, Dio già ci amava. Riuscire a possedere questa verità è già una benedizione immensa!
A proposito di questa benedizione, Sant’Agostino ne ha avuto una esperienza profonda, come l’ha descritto nel suo libro: Le Confessioni (X 27).
“Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace”.
Permettimi di interpretare i suoi sentimenti. Agostino ha confessato il cammino interiore della sua conversione. Ha distinto la “sostanza” dalla “forma” della bellezza. La prima è la causa, la seconda è l’effetto. O meglio, la prima è Dio Creatore, la seconda sono le creature, le cose temporali.
L’uomo vive nel mondo, dove anzitutto deve adorare Dio, e non sostituirLo con le cose temporali. Agostino dimostrò in modo sottile che il peccato consiste proprio nel cercare le cose temporali ignorando Dio.
Il peccato è una cosa orrenda. Quando Agostino usa per sé la parola: “deforme”¸ è proprio perché la sua umanità, insieme alla sua forma bella, è stata deformata. Ne risulta che si lasciò attirare dalla forma esterna ignorando la sostanza intera. Perciò egli dice: “Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. (…) Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te”.
Nonostante ciò, Dio, prendendo l’iniziativa, lo fece cambiare. Agostino lo sentì dal di dentro dicendo a Dio: Tu mi chiamasti, balenasti, diffondesti la fragranza, toccasti … .
La sua conversione è stata un’esperienza molto viva, al punto di coinvolgere tutti i sensi. Dopo aver “ascoltato, visto, sentito, gustato e provato” Dio, egli Lo amò di tutto cuore, e pentito proferì quell’espressione lapidaria: “Tardi ti amai”.
L’amore va oltre tutte le sensazioni transeunti e si sublima in un rapporto permanente. Mi permetto di parafrasare la sua preghiera dal punto di vista di chi percepisce la grazia.
Ascoltai la tua chiamata, perché il tuo grido sfondò la mia sordità;
Vidi la tua luce, perché il tuo splendore dissipò le tenebre della mia cecità;
Sentii la tua fragranza, non cessai di respirarla e di anelarti;
Gustai la tua bontà, per cui ho fame e sete;
Provai la tua amorevolezza, e la tua pace mi toccò ardentemente fino alle lacrime.
Nel suo Messaggio di quest’anno per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Papa Benedetto XVI ha usato l’espressione allegorica “molla segreta” per dire che l’Amore di Dio per noi è la motivazione della nostra carità. Pertanto l’amore per la patria e per la Chiesa deve scaturire dallo stesso Amore divino. Entrambi vanno d’accordo e non si devono creare antitesi inutili tra amare la patria e amare la Chiesa.
Alla prossima
Con le mie preghiere e i miei auguri
Guangqi
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