domenica 15 aprile 2012

Dialogo con Teodoro

Teodoro rappresenta quelle persone che si interessano della missione e della Chiesa in Cina, pongono delle domande e esprimono opinioni al riguardo. Questo Blog ha pensato di scegliere un tema per volta per aprire un dialogo.

Le persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.

Alle persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi” (letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della sua beatificazione.

Si spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume rivelante”.

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016 Lo stupendo Altare della Cattedra VII 120416



Caro Teodoro

La pace del Signore sia sempre con te!

Nell’ultima lettera hai detto che il Papa, qualche anno fa, ha spiegato i Padri della Chiesa ai pellegrini venuti per l’udienza generale del mercoledì. Comunque ha citato una frase di uno dei Padri della Chiesa, Sant’Andrea, Vescovo di Creta, anche nell’omelia della Domenica delle Palme, per descrivere la nostra lode e il nostro ringraziamento al Signore. Mi permetto di citarla:

«Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, o meglio, di tutto lui stesso ... e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese ... per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria.

Caro Teodoro, ogni volta che il Papa esercita il ministero di Successore di Pietro, si  prostra sempre  davanti a Cristo con umiltà, come una tunica distesa sul pavimento, lasciando che Cristo agisca  tramite Lui. Lo stupendo Altare della Cattedra quindi non è stato costruito per magnificare il Papa nel mondo temporale, ma per proclamare il Cristo dei Cieli. Ascoltiamo ancora una volta il finale di quell’omelia:

Dopo aver considerato i diversi elementi dell’Altare della Cattedra, rivolgiamo ad esso uno sguardo d’insieme. E vediamo che è attraversato da un duplice movimento: di ascesa e di discesa. E’ la reciprocità tra la fede e l’amore.

La Cattedra è posta in grande risalto in questo luogo, poiché qui vi è la tomba dell’apostolo Pietro, ma anch’essa tende verso l’amore di Dio. In effetti, la fede è orientata all’amore. Una fede egoistica sarebbe una fede non vera.

Chi crede in Gesù Cristo ed entra nel dinamismo d’amore che nell’Eucaristia trova la sorgente, scopre la vera gioia e diventa a sua volta capace di vivere secondo la logica di questo dono.

La vera fede è illuminata dall’amore e conduce all’amore, verso l’alto, come l’altare della Cattedra eleva verso la finestra luminosa, la gloria dello Spirito Santo, che costituisce il vero punto focale per lo sguardo del pellegrino quando varca la soglia della Basilica Vaticana. A quella finestra il trionfo degli angeli e le grandi raggiere dorate danno il massimo risalto, con un senso di pienezza traboccante che esprime la ricchezza della comunione con Dio. Dio non è solitudine, ma amore glorioso e gioioso, diffusivo e luminoso.

Teodoro, fermiamoci un attimo davanti allo stupendo Altare della Cattedra innalzando la nostra preghiera a Dio!

Con la mia preghiera e i miei migliori auguri, nell’Amore del Signore.

Guang Qi

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