Le
persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le
denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.
Alle
persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi”
(letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio
Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le
nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia
concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della
sua beatificazione.
Si
spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume
rivelante”.
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028 Habemus Papam
Giovedì 20130314
Caro
Teodoro
La
pace del Signore sia sempre con te!
Habemus
Papam!
Alle
7, 7 di sera a Roma,
dal comignolo della cappella Sistina con la fumata bianca usciva
questa grande notizia, che faceva sprizzare gioia da tutti i porti!
La gente in Piazza San Pietro di colpo provò grande gioia e
soddisfazione, nonostante la lunga attesa sotto una piccola pioggia
e un venticello. Anche il suono di campane proveniente dalla Basilica
ha melodiosamente accompagnato il grido di gioia della folla.
Evidentemente,
c’è stato un forte consenso tra i Cardinali nel conclave sulla
persona da eleggere alla guida della Chiesa. In meno di 24 ore, al
quinto scrutinio e terza fumata, sono riusciti a presentare un nuovo
Papa al mondo.
Dopo
ora di attesa, il nuovo Papa si è affacciato per la prima volta
dalla Loggia delle Benedizioni per ricevere il saluto della folla.
Teodoro, è stata una scena di grande commozione! Dopo aver ascoltato
il suo primo breve discorso, vorrei condividere con te alcune
riflessioni.
“Voi
sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma,
sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi
alla fine del mondo ma siamo qui”. Questo nuovo Papa proveniente
d’Argentina è uomo di grande virtù, molto stimato. E’
arcivescovo di Buenos Aires, gesuita, ha la veneranda età di 77
anni. Quella sera egli ha parlato in italiano, però nella lingua
spagnola, che è la sua madre lingua, “prenderlo” assume anche il
significato di “portare con forza”. Così ci ha fatto ricordare
la parola di Gesù rivolta al Pietro: “quando sarai vecchio
tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà
dove tu non vuoi” (Gv 21,18). A quanto pare, i cardinali sono
diventati mani di Dio per “portarlo” qui a Roma dal lontano
continente chiamato Nuovo Mondo.
Il
nuovo sommo pontefice:
“Vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto
XVI”. Caro Teodoro, con questo invito, Papa Francesco, alto e
robusto, si è unito profondamente e misteriosamente a Benedetto XVI,
suo successore. Benedetto XVI nel suo discorso di congedo ai
cardinali il 28 febbraio disse: “al futuro Papa già oggi prometto
la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. Teodoro, tutto
questo non è misterioso? “Riverenza ed Obbedienza” è proprio un
famoso motto di San Francesco d’Assisi con cui ha esortato i suoi
fratelli a prestare riverenza e ubbidienza ai superiori nella Chiesa.
Il Nuovo Papa ha scelto il nome di “Francesco” perché egli è
convinto che la testimonianza d’obbedienza, purezza e povertà
possa rinnovare la Chiesa così come ha fatto S. Francesco. Già
d’anni, Papa Francesco ha condotto sempre una vita molto sobria.
Egli usava i mezzi pubblici, come la metropolitana, l’autobus, per
i suoi spostamenti, preferiva stare con la gente, specialmente con
la più povera.
Papa
Francesco ha continuato
così il suo discorso: “E adesso incominciamo questo cammino:
vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella
che presiede nella carità tutte le Chiese”. Mi vengono in mente i
detti dei due padri della Chiesa. S. Agostino diceva: “Per voi sono
vescovo, e con voi sono cristiano”. Ha citato anche il detto di
Sant’Ignazio di Antiochia, “la Chiesa di Roma è colei che
presiede nella carità su tutte le Chiese”. Infatti, “presiedere”
significa godere di una posizione molto particolare, perché la
Chiesa di Roma è guidata dal Papa, successore di Pietro. Pertanto,
gode della posizione di guidare tutte le chiese nella fede e carità.
“Presiedere” significa propriamente il “primato” del Papa.
Infatti, nell’omelia della solenne messa d’insediamento,
Benedetto XVI ha citato la stessa frase per esprimere il suo
programma, cioè, “presiedere” la comunione della Chiesa
Universale nella carità.
Papa
Francesco perciò
continuava: “preghiamo sempre l’un per l’altro, preghiamo per
tutto il mondo”. Teodoro, questo è anche l’ideale di noi cinesi.
“Entro i quattro mari tutti noi siamo fratelli”. Credo che anche
il nuovo Papa abbia sentito la storia del suo confratello Matteo
Ricci, missionario in Cina. Egli ha scritto in cinese
De Amicitia per
dire che la fratellanza universale è la testimonianza efficace del
Vangelo. Infatti, il nome di Francesco me ne richiama un altro, cioè,
quello del S. Francesco Saverio. Egli è venuto nell’Asia orientale
per l’evangelizzazione, e morto nell’isola di Shang Chuan (in
Cina) nel 1552. Proprio nello stesso anno è nato Matteo Ricci.
Teodoro,
un altro punto toccante è la benedizione, urbi
et orbi. Papa
Francesco ha esortato la gente dicendo, “Prima che il vescovo
benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi
benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la benedizione per il
suo vescovo. Facciamo in silenzio questa vostra preghiera per di me”.
E poi egli si è inclinato per ricevere la benedizione del popolo.
Ciò rivela la sua umiltà costante con la quale egli si rapporta con
gli altri.
Prima
di congedare la gente,
egli ha annunciato di andare a pregare davanti alla Madonna il giorno
dopo.
Teodoro,
“Habemus Papam!”.
In ogni caso, è Dio che tramite lo Spirito Santo ha scelto lui come
vicario di Cristo nel mondo. Insieme a lui ci affrettiamo alla
Madonna e offriamo le nostre preghiere per il Santo Padre e per la
Cina.
Nell’amore
del Signore, ti invio le mie preghiere e saluti
cordiali,
Guang Qi
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