giovedì 14 marzo 2013

028 Habemus Papam

Teodoro rappresenta quelle persone che si interessano della missione e della Chiesa in Cina, pongono delle domande e esprimono opinioni al riguardo. Questo Blog ha pensato di scegliere un tema per volta per aprire un dialogo.

Le persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.

Alle persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi” (letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della sua beatificazione.

Si spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume rivelante”.

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028 Habemus Papam Giovedì 20130314


Caro Teodoro

La pace del Signore sia sempre con te!

Habemus Papam!

Alle 7, 7 di sera a Roma, dal comignolo della cappella Sistina con la fumata bianca usciva questa grande notizia, che faceva sprizzare gioia da tutti i porti! La gente in Piazza San Pietro di colpo provò grande gioia e soddisfazione, nonostante la lunga attesa sotto una piccola pioggia e un venticello. Anche il suono di campane proveniente dalla Basilica ha melodiosamente accompagnato il grido di gioia della folla.

Evidentemente, c’è stato un forte consenso tra i Cardinali nel conclave sulla persona da eleggere alla guida della Chiesa. In meno di 24 ore, al quinto scrutinio e terza fumata, sono riusciti a presentare un nuovo Papa al mondo.

Dopo ora di attesa, il nuovo Papa si è affacciato per la prima volta dalla Loggia delle Benedizioni per ricevere il saluto della folla. Teodoro, è stata una scena di grande commozione! Dopo aver ascoltato il suo primo breve discorso, vorrei condividere con te alcune riflessioni.

Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ma siamo qui”. Questo nuovo Papa proveniente d’Argentina è uomo di grande virtù, molto stimato. E’ arcivescovo di Buenos Aires, gesuita, ha la veneranda età di 77 anni. Quella sera egli ha parlato in italiano, però nella lingua spagnola, che è la sua madre lingua, “prenderlo” assume anche il significato di “portare con forza”. Così ci ha fatto ricordare la parola di Gesù rivolta al Pietro: “quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21,18). A quanto pare, i cardinali sono diventati mani di Dio per “portarlo” qui a Roma dal lontano continente chiamato Nuovo Mondo.

Il nuovo sommo pontefice: “Vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI”. Caro Teodoro, con questo invito, Papa Francesco, alto e robusto, si è unito profondamente e misteriosamente a Benedetto XVI, suo successore. Benedetto XVI nel suo discorso di congedo ai cardinali il 28 febbraio disse: “al futuro Papa già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. Teodoro, tutto questo non è misterioso? “Riverenza ed Obbedienza” è proprio un famoso motto di San Francesco d’Assisi con cui ha esortato i suoi fratelli a prestare riverenza e ubbidienza ai superiori nella Chiesa. Il Nuovo Papa ha scelto il nome di “Francesco” perché egli è convinto che la testimonianza d’obbedienza, purezza e povertà possa rinnovare la Chiesa così come ha fatto S. Francesco. Già d’anni, Papa Francesco ha condotto sempre una vita molto sobria. Egli usava i mezzi pubblici, come la metropolitana, l’autobus, per i suoi spostamenti, preferiva stare con la gente, specialmente con la più povera.

Papa Francesco ha continuato così il suo discorso: “E adesso incominciamo questo cammino: vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese”. Mi vengono in mente i detti dei due padri della Chiesa. S. Agostino diceva: “Per voi sono vescovo, e con voi sono cristiano”. Ha citato anche il detto di Sant’Ignazio di Antiochia, “la Chiesa di Roma è colei che presiede nella carità su tutte le Chiese”. Infatti, “presiedere” significa godere di una posizione molto particolare, perché la Chiesa di Roma è guidata dal Papa, successore di Pietro. Pertanto, gode della posizione di guidare tutte le chiese nella fede e carità. “Presiedere” significa propriamente il “primato” del Papa. Infatti, nell’omelia della solenne messa d’insediamento, Benedetto XVI ha citato la stessa frase per esprimere il suo programma, cioè, “presiedere” la comunione della Chiesa Universale nella carità.

Papa Francesco perciò continuava: “preghiamo sempre l’un per l’altro, preghiamo per tutto il mondo”. Teodoro, questo è anche l’ideale di noi cinesi. “Entro i quattro mari tutti noi siamo fratelli”. Credo che anche il nuovo Papa abbia sentito la storia del suo confratello Matteo Ricci, missionario in Cina. Egli ha scritto in cinese De Amicitia per dire che la fratellanza universale è la testimonianza efficace del Vangelo. Infatti, il nome di Francesco me ne richiama un altro, cioè, quello del S. Francesco Saverio. Egli è venuto nell’Asia orientale per l’evangelizzazione, e morto nell’isola di Shang Chuan (in Cina) nel 1552. Proprio nello stesso anno è nato Matteo Ricci.

Teodoro, un altro punto toccante è la benedizione, urbi et orbi. Papa Francesco ha esortato la gente dicendo, “Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa vostra preghiera per di me”. E poi egli si è inclinato per ricevere la benedizione del popolo. Ciò rivela la sua umiltà costante con la quale egli si rapporta con gli altri.

Prima di congedare la gente, egli ha annunciato di andare a pregare davanti alla Madonna il giorno dopo.

Teodoro, “Habemus Papam!”. In ogni caso, è Dio che tramite lo Spirito Santo ha scelto lui come vicario di Cristo nel mondo. Insieme a lui ci affrettiamo alla Madonna e offriamo le nostre preghiere per il Santo Padre e per la Cina.

Nell’amore del Signore, ti invio le mie preghiere e saluti cordiali,

Guang Qi

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