Le
persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le
denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.
Alle
persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi”
(letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio
Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le
nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia
concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della
sua beatificazione.
Si
spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume
rivelante”.
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021 E’ possibile non
sperare in un dialogo? Lunedì 20121126
Caro Teodoro
La
pace del Signore sia sempre con te!
Grazie della tua lettera, dove hai espresso la tua opinione sull’articolo del Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, intitolato “Lettera di Benedetto
XVI alla Chiesa in Cina: a cinque anni dalla pubblicazione”, pubblicato il 22 ottobre 2012. Posso comprendere in
pieno il tuo punto di vista.
E’ vero che la Santa Sede sostiene sempre l’importanza
del dialogo. Inoltre Papa Giovani Paolo II, nel suo Messaggio ai partecipanti
al Convegno internazionale che ricordava i 400 anni dell’arrivo di Matteo Ricci
a Pechino, ha già espresso l’atteggiamento della Santa Sede: “la Santa Sede, a nome dell’intera Chiesa cattolica e -
credo - a vantaggio di tutta l’umanità, auspica l’apertura di uno spazio di
dialogo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, in cui, superate le
incomprensioni del passato, si possa lavorare insieme per il bene del Popolo
cinese e per la pace nel mondo”.
Nonostante il
cammino del dialogo sia spinoso e difficoltoso, la Santa Sede ha sempre mandato
alla controparte un ramoscello di ulivo, sempre verde, che non appassisce mai anche
con il passare del tempo. Come del resto Papa Benedetto XVI ha sottolineato
nella sua Lettera, “la normalizzazione dei rapporti
con la Repubblica Popolare Cinese richiede tempo e presuppone la buona volontà
delle due Parti. Dal canto suo, la Santa Sede rimane sempre aperta alle
trattative, necessarie per superare il difficile momento presente” (cf. Lettera
del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai Presbiteri, alle Persone
Consacrate e ai Fedeli Laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare
Cinese, 4) .
Come hai
detto, le due parti hanno avviato diverse trattative, ma non si è mai riusciti
a raggiungere alcun risultato positivo. Il punto cruciale è che non sono
riuscite a raggiungere un accordo sulla nomina dei Vescovi. Anche tu lo sai, la
nomina del Vescovo deve essere effettuata dal Papa in qualità di Successore di
Pietro. Altrimenti danneggia gravemente la comunione della gerarchia ecclesiale,
distorcendo anche la natura di “Una, Santa, Cattolica ed Apostolica” della
Chiesa.
Non
possiamo negare che il dialogo intermittente tra Cina e Vaticano sia durato più
di 50 anni. Per quanto ne so io, anche le relazioni diplomatiche di Cuba e
Vietnam con la Santa Sede sono state raggiunte dopo trattative lunghe e
difficoltose. Camminare completamente sulla via della riconciliazione favorisce
la due comunità, “ufficiale” e “clandestina”. Anche tu lo sai, la troppa
ingerenza nell’autorità alla Chiesa ha causato la situazione di divisione
odierna della Chiesa in Cina. Come dice un proverbio cinese, chi ha fatto il
nodo deve anche scioglierlo.
Dialogare
non significa rinunciare alla fede e ai principi della Chiesa, come Papa
Benedetto XVI ha detto nella sua Lettera: “Al riguardo ritengo, in primo luogo,
che la doverosa e strenua salvaguardia del deposito della fede e della
comunione sacramentale e gerarchica non si opponga, di per sé, al dialogo con
le Autorità circa quegli aspetti della vita della comunità ecclesiale che
ricadono nell'ambito civile” (cf. Lettera del Santo
Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai Presbiteri, alle Persone Consacrate e ai
Fedeli Laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese, 7). Ma se
le due parti, Cina e Vaticano, si trovano su posizioni opposte, la
riconciliazione non si raggiungerà mai.
Il Cardinale Prefetto, Fernando Filoni, ha suggerito di dare vita ad una “Commissione stabile ad altissimo livello”, bilaterale, tra Cina e Vaticano, per riavviare di
nuovo il dialogo. Questa è un’opinione nuova e fiorisce una nuova speranza.
Preghiamo incessantemente per riaccendere questa speranza.
Dobbiamo partire soprattutto da noi stessi, in primo
luogo dal nostro “dialogo” con Dio, “dialogare” con noi stessi, con gli altri
fratelli, e poi “dialogare” con gli altri. Dobbiamo nutrire grande speranza sia
per la Cina che per la Chiesa in Cina, perché solo Gesù Cristo è il Signore
della storia.
Con la mia preghiera e i miei migliori auguri, nell’Amore del Signore.
Guang Qi
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