mercoledì 8 agosto 2012

Dialogo con Teodoro

Teodoro rappresenta quelle persone che si interessano della missione e della Chiesa in Cina, pongono delle domande e esprimono opinioni al riguardo. Questo Blog ha pensato di scegliere un tema per volta per aprire un dialogo.

Le persone che pongono questioni sono considerate un dono di Dio e perciò le denominiamo con il nome fittizio di “Teodoro”.

Alle persone che risponderanno alle domande, daremo il nome di “Guangqi” (letteralmente “lume rivelante”). E’ un nome che ci ricorda il Servo di Dio Paolo Xu Guangqi, Cattolico Laico Cinese (1562-1633), a cui rivolgiamo le nostre preghiere, perché attraverso la sua intercessione il Signore voglia concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, e così affrettare il giorno della sua beatificazione.

Si spera che quanto riportato nel “dialogo con Teodoro” sia veramente “lume rivelante”.

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019 Coscienza E Amore per la Patria  Martedì 20120808

Caro Guang Qi

 La grazia del Signore sia sempre con te!

 Grazie della tua lettera! Ad Harbin, il 6 luglio, c’è stata un’altra consacrazione episcopale illegittima. Il consacrato è il Rev. Yue Fusheng. Ovviamente è incorso nella scomunica che la Santa Sede ha già dichiarato a suo riguardo. Durante l’Ottava Assemblea dei rappresentanti cattolici del 2010, lui ha accettato l’incarico di vice-presidente dell’Associazione Patriottica (AP).

Questa è un organismo che applica la politica “dell’indipendenza della Chiesa e dell’auto-elezione - auto-consacrazione”. Lui è uno dei membri importanti di essa. Non posso fare a meno di chiedere: nella consacrazione illegittima, è forse stato così un vero uno che ama veramente la Patria?

Come distinguere un vero da un falso amore alla Patria? Prendo spunto dall’Apostolo Paolo, che ha chiesto ai fedeli di pregare per i governanti  politici del paese, perché possano impegnarsi per il beneficio del popolo secondo la propria coscienza.

La coscienza è la voce di Dio. Per i fedeli (includendo sacerdoti, vescovi e Papa), la coscienza deve essere formata dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero della Chiesa. Impegnarsi per il beneficio del popolo significa promuovere il bene comune. Il criterio del discernimento si fonda sulla base della dignità e del diritto intrinseco dell’uomo. Chi ama la patria, a prescindere che siano governanti politici o no, abbia almeno il coraggio di seguire la propria coscienza e la saggezza di contribuire al beneficio del popolo. I buoni cattolici ovviamente amano la patria, perché loro “amano prima il Signore del  Cielo, e poi gli uomini della terra”.

Uno studioso giustamente ha detto: “il vero motivo dell’auto-elezione - auto-consacrazione è escludere il Papa dalla nomina dei vescovi”, così si danneggia l’autorità del Papa in qualità di successore di Pietro.

Dal punto di vista religioso, tale politica è contraria alla fede, ma dal punto di vista sociale, ignora il diritto del popolo. Se i cattolici in Cina godono la libertà religiosa, allora hanno il diritto di essere in comunione con il Papa. E il Papa deve godere la libertà di nominare i vescovi in Cina. Tutte le consacrazioni illegittime danneggiano non solo la Chiesa, ma calpestano anche la libertà religiosa del popolo, quindi la libertà fondamentale dell’uomo.
 
Se la Cina e il Vaticano vogliono svolgere un dialogo sincero, devono prendere la libertà religiosa come una premessa comune. E di conseguenza scaturiranno le discussioni sugli altri dettagli. Ma, a quanto pare, tale dialogo è stato stroncato.
 
Per fortuna durante la consacrazione episcopale legittima a Shanghai del 7 luglio, il consacrato, Mons. Ma Daqin, ha aperto una nuova finestrina per questo dialogo. Ed ha anche mandato, senza paura, un messaggio: spetta al popolo il diritto della libertà religiosa.

 Durante la consacrazione era presente anche un vescovo illegittimo con l’incarico di vice-presidente dell’AP nazionale.  Prescindendo “dall’inquinamento” provocato dalla sua presenza alla liturgia della Chiesa, ci dobbiamo chiedere se lui, attuando la politica “dell’auto-elezione - auto-consacrazione” e  rappresentando l’AP durante la sacra cerimonia, ha davvero amato la sua patria? Ovviamente no!
 
Da Mons. Ma Daqin ho visto l’esempio di un vero amore per la patria. Attraverso il suo gesto fisico, abbracciando il vescovo illegittimo con grande saggezza, ha espresso amicizia e dialogo. Ma nello stesso tempo  ha trasmesso anche un forte messaggio: non si deve impersonare la politica dell’auto-elezione - auto-consacrazione. Durante il suo discorso di ringraziamento, Mons. Ma ha spiegato il motto del suo stemma e la sua aspirazione come pastore: “Per la maggior Gloria di Dio (Ad majorem Dei Gloriam) e Uniti in un solo cuore". Adesso lui, per obbedire alla Santa Madre Chiesa, deve concentrarsi sul lavoro pastorale e di evangelizzazione, quindi ha detto, “non ritengo conveniente essere un membro dell'Associazione patriottica Per la maggior Gloria di Dio (ad majorem Dei Gloriam) e Uniti in un solo cuore ”.
 
Sono un fedele, per cui amo la patria. Ma ritengo che Mons. Ma non solo ha espresso la fedeltà alla Chiesa, ma ha anche un grande sentimento verso la patria. Da Mons. Ma ho imparato cosa significa veramente amare la patria. Amare la patria non è uno slogan vuoto, richiede una concretezza, camminando insieme con il popolo, condividendo le aspirazioni di libertà religiosa del popolo. Perché la libertà religiosa è un diritto fondamentale del popolo ed anche un bene comune.
 
La storia ci ha insegnato che ci vuole coraggio per seguire la propria coscienza.  Ci sono molti eccellenti esempi sia dentro che fuori del partito, che non hanno tentennato nonostante il prezzo che hanno dovuto pagare. Anche Mons. Ma ci ha dato un ottimo esempio. A quanto risulta, ora la sua libertà fisica è stata limitata. Ma il suo grande sentimento - “Per la maggior Gloria di Dio e Uniti in un solo cuore"    gli permette di godere la vera libertà interiore.

 Mi piace molto la tua citazione di S. Cipriano dell’altra volta: “Amare Dio con tutto il cuore, amarlo in quanto è Padre, temerlo in quanto è Dio, nulla assolutamente anteporre a Cristo, poiché neppure lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di Dio è stare inseparabilmente uniti nel suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e forza”. Ma, nonostante la Croce,  questa è la forza della risurrezione.  Nonostante esista la Croce, la Croce stessa scaturisce la forza della risurrezione
 
Preghiamo uno per l’altro!

Teodoro

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